Homeschooling

“In questi ultimi dieci anni ho studiato le migliori forme di homeschooling organizzato a livello internazionale (nord-europee, francesi, canadesi…). A livello operativo individuale è da quando ero matricola all’Università che uso e raffino tecniche di facilitazione dell’apprendimento applicate alla lingua inglese, per gruppi dalla pre-materna alla terza età passando per adulti d’ogni genere, anche professionisti (medici, imprenditori, manager…) con zero tempo da dedicare allo studio a casa. Gli stessi metodi si possono utilizzare per ogni materia, ho visto (ho anche un annetto di esperienza come “educatrice” in un Centro Territoriale di Vicenza, dove ero responsabile di un gruppo di ragazzi 11-16 anni “a rischio sociale” e con cui ho ideato e condotto tanti laboratori anche manuali), come anche per “non-materie” che però per me sarebbe indispensabile aiutare le nuove generazioni ad imparare il più velocemente possibile: riconoscimento e gestione delle proprie emozioni, lavoro in team, problem solving, cioè un po’ tutto ciò che sviluppa l’intelligenza emotiva, ma anche ecosistemica, navigazione “sicura” sul web, ricerca delle fonti. In particolare sto studiando l’ideazione del miglior centro di recupero possibile per NEET cosiddetti (ragazzi 14-24 anni che nulla fanno fra studio, lavoro, o anche solo ricerca del lavoro, lasciandosi andare alla depressione di un divano+cellulare o alle tentazioni della vita da strada) per i ragazzi traumatizzati da condizioni familiari varie, dalla Scuola pubblica, o da entrambe le tipologie. Ma penso sia strategico, vista la desolante situazione attuale in fatto di covid19 e dintorni, occuparsi anche di favorire l’organizzazione di progetti di homeschooling per tutte le età, il più possibile in natura. Infatti non tutti i genitori sono nelle possibilità di seguire i propri ragazzi da soli in casa, se non altro perché devono usare molto del loro tempo per portare il pane in casa.

Ora la mia missione è aiutare quanti più futuri adulti possibile ad acquisire quella fiducia in se stessi e nella vita, quella consapevolezza, quella forza e quella saggezza, insieme con almeno gli strumenti più essenziali, per diventare capaci di felicità e di sussistenza qualunque cosa succeda nel mondo che, se tutto va bene, lasceremo loro dopo di noi. Ci sono delle criticità nel basare l’homeschooling sull’uso di uno schermo retro-illuminato con ragazzini seduti a lungo davanti, almeno per l’approccio di solito collegato all’idea di homeschooling in sé. Anche l’approccio montessoriano è molto legato alla prossemica (dislocazione nello spazio di stimoli). È vero infatti che dal punto di vista dello stretto significato della parola “homeschooling” significa solo “scuola a casa”, però nel tempo questo termine è passato a significare molto di più: un’intera filosofia innovativa per il modo di dare conoscenza, cultura e competenza alle nuove generazioni. Questo è tanto vero che si usa lo stesso termine “homeschooling”, con la semplice aggiunta di “organizzato”, anche per i nuovi centri culturali ispirati agli stessi principi che sempre più nel mondo vengono creati come alternativa alle scuole pubbliche o affini.”

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